Gt86 Academy Vallelunga: la nostra recensione

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  1. brakes power
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    I 100 euro da spartire in acceleratore sterzo e freno il buon Piero fa sempre gli stessi esempi :)
     
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    sono esempi semplici ma d'impatto.....poi raccontati da lui fanno ancora piu' scena :D
     
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  3. brakes power
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    Vi ha spiegato qual'é la potenza del freno motore e invece qual'é la potenza dei freni della macchina?
     
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    no quello no...cioè?

    ci ha spiegato che con la distribuzione dei pesi possiamo praticamente scegliere noi l'assetto dell'auto in tempo reale....
     
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  5. brakes power
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    Praticamente per far capire l'importanza dei freni ha fatto un esempio mediamente un auto frena da 100 a 0 in 3/4 secondi bene quanti cavalli hanno le auto che accelerano da zero a cento in tale tempo? Ecco quella é la potenza dei freni (che nelle auto stradali é sul l'ordine dei 6-700 cv) il freno motore invece é il 30% della potenza della macchina per la gt una 60ina di cv....non é poca la differenza!!! Ecco l'importanza di usare il freno!!
     
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    recensione di Giulio (mx-5 italia)

    ps:eravano in squadra insieme (simpatico toscano 40enne pistaiolo accanito)


    www.mx5italia.com/showthread.php?24...GT-Academy-2012)


    ".....
    Sto parlando di un'automobile SI' moderna, ma PURA e godereccia come poche oggi sono: 200cv spostano i 1240kg aiutati da un fantastico autobloccante Torsen ed un cambio 6 marce diretto e preciso, pure lo sterzo è piacevole e ben calibrato.
    Sì, i controlli ci sono perché devono esserci, ma il sottoscritto li ha sempre esclusi (tranne durante le prime prove quando gli istruttori seguivano precise disposizioni dall'alto... eheheheh) ed il piacere di guidarla è stato veramente considerevole!
    Per gli utenti meno intraprendenti, la possibilità di gestire l'elettronica con i due tasti presenti sul tunnel centrale è comunque possibile e ben studiata, ma toccando questi argomenti non mi considero il soggetto ideale per commentarli!
    Mettendola alla frusta, il comportamento si rivela abbastanza neutro e la GT86 lascia scegliere il pilota se farla scorrere pulita o farsi tentare da spettacolari traversi.
    Il motore ha un discreto tiro sotto, ma ovviamente il meglio lo si tira fuori nella parte alta del contagiri, limitatore tarato a 7.400, si può tirare tranquillamente fino a poco prima dell'entrata. Il cambio è secco, deciso, con una rapportatura giusta e ben manovrabile, lo stesso dicasi dello sterzo, preciso e ben calibrato.
    In staccata l'auto si punta con l'anteriore, i freni rispondono bene grazie ai quattro dischi di adeguate dimensioni (anteriori 294mm, posteriori 290mm) e l'inserimento è preciso e ben gestibile, ma nella prima fase della curva bisogna stare puliti per non dar spazio ad un lievissimo sottosterzo iniziale. E' solo un attimo il pericolo di imbatterci, poiché subito dopo puoi scegliere se uscire veloce e pulito, o se preferisci dipingere qualche strisciata nera sull'asfalto gestendo facilmente spettacolari sovrasterzi degni del miglior capitolo di Fast and Furious...

    Certo, il motore non è un pozzo di cavalli come altre due litri sportive potrebbero vantare, le VW Scirocco 2.0R (265cv), Seat Leon 2.0 Cupra R (265cv), Renault Megane 2.0 RS (265cv), Ford Focus ST (250cv) ed Opel Astra OPC (280cv) detengono numeri degni da supercar anni '90, ma in fondo lo sappiamo tutti che servono solo per pavoneggiarsi al bar con gli amici ed a lottare con il sottosterzo, in una guerra impari che alla fine vince sempre...! (lui, il sottosterzo...)
    Loro infatti, hanno la trazione dalla “parte sbagliata”, e questo basta a far storcere il naso al purista della guida, anche se i tempi della Megane RS al Nordschleife potrebbero sembrare davvero impossibili, tanto sono bassi per una TA.
    Ma è soltanto un caso raro e comunque il divertimento della vecchia e godibile trazione posteriore non è paragonabile al beneficio del solo punto di vista cronometrico.

    Punti deboli? Si..., diciamola tutta!
    Avrei preferito un sound più deciso, evidente, sportivo.
    Da quei due siluri che spuntano posteriormente nell'aggressivo ed originale paraurti, ci si aspetterebbe qualche nota più cupa e “Kattiva”..., magari poteva esser comandato da quel magico tastino “sport sound” che tanto va di moda oggi e che troviamo su auto di tipologie diverse, dalla Abarth 695 alla Panamera da commendatore. Vogliamo cercare un'altra critica? Personalmente avrei gradito un allestimento “light” più mirato alle prestazioni, sacrificando un bel po' la dotazione (per me inutile) di accessori che tanti “finti-appassionati” oggi esigono:
    cruise control, fari bixeno con lavafari, sensore crepuscolare, sedili riscaldabili, navigatore e mega impianto stereo hi-fi sono tutti orpelli che fanno peso e servono a poco, non voglio dire che mi piacerebbe vedere la cordicella per chiudere gli sportelli come nella Porsche 964 RS o nella Ferrari F40, ma da uno che ama la filosofia di Colin Chapman, 30-40kg ulteriormente risparmiati non avrebbero certo sdegnato.

    Ma qui viene fuori la vena “estrema” di chi scrive, quindi sarà bene rientrare nella “normalità” dell'automobilista sportivo e continuare a raccontare le impressioni della bella giornata trascorsa a Campagnano Romano.
    Mi fa piacere parlare di quanto son stato bene tra giovani appassionati e capaci piloti professionisti, mi piace citare il rallysta Alessandro Barchiesi che mi è stato accanto nella prima prova di drifting ed il veloce Jarno Trulli, pilota caratterizzato da uno stile di guida dettato dalla scuola della F1: inserimento curva perfetto e percorrenza esatta, precisa, millimetrica..., netta e decisa come una lama di coltello!
    .....

    "
     
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  7. beccio4
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    Bella e precisa questa recensione... mi piace!!
     
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    speriamo che si evolva bene!!!


    comunque la mossa di invitare gente di altri forum è stata ottima, si sono fatti la pubblicità migliore e mirata ai possibili clienti con un costo irrisorio.
     
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    "l'evoluzione" del gt86 academy che hanno in mente è a dir poco spettacolare....alla fine è come se fosse un club di puristi della guida di livello nazionale/europeo....con sponsor,organizzazione,ecc ai massimi livelli....

    e poi sinceramente ho visto solo veri appassionati e questo mi fa sperare piu' che nella riuscita del progetto...


    mi dispiace solo che non ci siete potuti essere a vallelunga...
     
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  10. Ricca80
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    CITAZIONE (Lancie @ 7/10/2012, 10:32) 
    mi dispiace solo che non ci siete potuti essere a vallelunga...

    Se l'Accademy andrà in porto, o se faranno qualche altra iniziativa per i possessori di 86, ci saqranno altre occasioni!! E sinceramente, me lo auguro.... e spero non esagerino sui prezzi!
     
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    in teoria i prezzi dovrebbero essere abbordabili perchè hanno un bel po' di sponsor....tipo per vallelunga c'era la yokohama (e aveva fornito tutte le gomme per la gt86)...
     
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    altra recensione:

    Omar di Autoblog ci aveva raccomandato: “Scrivete un articolo di pancia”… “impressioni”, “emozioni”.
    Per me, che sono la persona meno emotiva che conosca, è un compito non facile, direi impossibile dato che ho dovuto ragionare per una settimana buona su come scrivere una recensione emozionale, vanificando completamente qualsiasi sensazione a caldo.
    Del piacere di guida si fa fatica anche solo a percepirne l’esistenza quando si è al volante 3 ore al giorno su strade dove ci si incolonna di continuo dietro una serie di camion, quando l’obiettivo diventa “cerchiamo almeno di sfruttare la situazione per consumare meno”. Fa tutto molto ventunesimo secolo, molto “bentornato nel mondo reale” dopo 12 ore di pista.
    E quando sei lì a pensare che il piacere di guidare è qualcosa che ormai non è più sostenibile dal cittadino comune, ti rendi conto che proprio in quel momento stai afferrando il volante come tra i cordoli, che se la radio è costantemente spenta è perché il sound del motore vuoi ascoltarlo, che appena puoi i tornanti veloci vai a cercarteli, e che è così da una settimana, da quando quella maledetta GT86 ha inibito gli anticorpi che tengono a bada il virus del piacere di guidare.

    Eccola la Mission di Toyota: far emergere quella passione che è già naturalmente insita nell’automobilista.
    In mezzo a tante “sportive” che ti comunicano “se vuoi puoi”, ma dove alla fine conta più se il touchscreen della radio sia capacitivo o resistivo, la GT86 invece ti dice “devi!”… e tu non puoi esimerti, devi guidarla come si deve, perché subentra anche una sorta di riverenza nei confronti di una sportiva vera che, sebbene nata da pochi mesi, sembra molto più anziana. Sembra far parte di tutt’altra generazione, quella delle eterne rimpiante dagli appassionati di motori, quelle che si beatificano appena disassemblata la linea di produzione.

    Quasi incredibile che tutto ciò arrivi proprio da Toyota, la stessa delle Prius autoguidate tramite le mappe di Google, quasi volesse tranquillizzare con questo modello gli appassionati del volante.

    Beh, direi che c’è riuscita bene, perché come ho già detto in intervista a Vallelunga, GT86 è il nuovo nome da inserire nella strettissima lista delle sportive accessibili ai comuni mortali, in cui praticamente va ad affiancarsi alla sola MX-5 con la gemella BRZ. Così anche noi Autopareriristi avremo una risposta secca quando leggeremo “vorrei un’auto divertente da guidare, che non costi uno sproposito in acquisto ed in gestione, che possa fungere anche da unica auto”.

    Parlavo con Fabio Di Giuseppe, Product Marketing Manager Toyota, che mi conferma la GT86 essere un’auto per tutti i giorni. Non avendo le capacità né l’esperienza per poter confrontare il tempo sul giro di questa rispetto alle rivali (ma poi a chi importa?), me la sono studiata per bene proprio da questo punto di vista, cioè dal punto di vista del cittadino del ventunesimo secolo: la GT86 è una reale 2+2, non di quelle che ti offrono spazio per sedere e spalle, ma quello per le gambe devi portartelo da casa, e sebbene non col massimo del comfort, riesce a trasportare 4 persone, purché per tragitti limitati.
    Ha su tutto il necessario e anche parecchio di più (da bluetooth e cruise control, agli xeno con diurne a LED), ma grida a più non posso “statemi alla larga” a tutti i fanatici delle plastiche morbide, dei pannelli portiera, delle plafoniere a LED, delle cappelliere, dei prosciutti e di tutti vari feticismi che compaiono nei topic frequentati troppo a lungo senza avere niente da dire. Per chi avesse anche solo il mezzo dubbio di soppesare questa con una TT, la questione non si pone nemmeno: la percezione quando si sale dentro è realmente quella di un’auto di una o due generazioni fa e diciamocelo, non fa neanche tanta bella figura in doppia fila davanti al winebar.

    Il coupettaro premium si ferma qui e guarda altro. Il cliente che Toyota cerca invece da qui ci parte, anche perché dentro l’abitacolo ci sale solo dopo aver guardato sotto la vettura, essersi studiato le caratteristiche dell’auto e del tracciato. Dove il tizio di prima vedeva plastiche dure e modanature cheap, il cliente di GT86 percepisce tanti kg in meno; dove il primo vedeva un volgare cambio manuale, senza neanche il selettore Sport/Comfort/Eco, il secondo sente degli innesti di una precisione micidiale e dal sound di cambiata così piacevolmente secco da passare in secondo piano solo rispetto a quello del 4 cilindri boxer a 7000 giri.

    Ho letto molte lamentele sui vuoti in basso di questo motore. Onestamente mi chiedo: con cosa lo confrontiamo? Con i turbo di potenza massima analoga? Con i nobilissimi aspirati di 370Z e Cayman S? Questa Toyota non è né l’una né l’altra: la GT86 è la GT86, un nuovo riferimento per il mercato delle sportive.
    Personalmente ho trovato piacevolissima la rapidità nel salire di giri, enfatizzata da quel sound agguerrito, il tutto abbinato ad un cambio che finalmente riesce a dimostrarsi preciso senza essere contemporaneamente duro e soprattutto severo in caso di azionamento distratto.

    Trazione dietro. Molti diranno “ovviamente”. A me la cosa lascia tutto sommato indifferente. Mi sono divertito come un bambino a driftare con la GT86 sul fondo a scarsa aderenza, ma non sono queste le cose che determinano la validità di un progetto. Un’auto concepita come questa, con seduta a terra, peso ridotto, motore veloce a cilindri contrapposti ed una risposta così naturale allo spostamento dei carichi, sarebbe stata divertente qualunque fossero state le ruote motrici.
    Toyota ha fatto la scelta più demagogica e poi ci ha messo sopra la ciliegina: una di quelle trovate semplicemente geniali che ti fanno domandare “ma perché diavolo non ci ho pensato io?”. Per i neofiti della guida sportiva e della trazione posteriore, c’è il differenziale a slittamento limitato: il sistema consente all’auto un sovrasterzo di 3°-4° prima di riprendere il controllo della vettura, facendo divertire sui tornanti anche i meno esperti rischiando nulla.

    Complessivamente l’auto non scontenta davvero nessuno, almeno nessuno di coloro che badano alla sostanza: è un’auto che si compra per il piacere di guidare, su questo non ci sono dubbi, ma che non ti chiede di maledire per 350 giorni l’anno l’essenzialità di una Elise o la rata di una Cayman.

    Ciò nonostante ancora non ho dato una risposta alla domanda: per chi è quest’auto?
    Il suo ambiente naturale è la pista, contesto che compete ad un hobby ormai tanto costoso da far impallidire un golfista. L’impressione che ho avuto a Vallelunga da parte dei pistaioli abituali è stata quella di considerarla una bella sportivetta, senz’altro piacevole e ben progettata, ma che tutto sommato fosse un po’ troppo “etta” per un amante delle domeniche tra i cordoli. Il che si inserisce perfettamente nella situazione economica italiana, dove la nicchia di coloro che possono regalarsi uno sfizio da 30mila euro viene sempre più schiacciata, da un lato da coloro che lo sfizio (a 6 cifre) se lo concedono con i patrimoni dei nonni, dall’altro dalla massa crescente di coloro che con l’importo di un set di gomme ci devono pagare la rata del mutuo o l’università dei figli.

    La mission di Toyota è comunque quella di dare il massimo a quella nicchia: chi prende una GT86 viene automaticamente certificato come vero appassionato e meriterebbe la consegna delle chiavi da parte del presidente Watanabe in persona; ciò che oggi, all’alba del 2013, può spingere ad un italiano a lavorare 49 settimane l’anno per concedersi come unico passatempo la guida di una sportiva, tra gli oneri della pista e del panorama automobilistico in generale, è passione purissima, distillata al 100%.

    http://www.autopareri.com/forum/toyota/573...d-autoblog.html
     
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    belle parole
     
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